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Comune di Illasi

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Illasi sorge nell’omonima valle, in altri tempi chiamata anche Longazeria oppure valle del Progno o Valsecca, che taglia in senso nordovest - sudest il complesso dei monti Lessini, gruppo delle Prealpi venete.
L’attuale denominazione della valle appare per la prima volta nella “Carta del territorio veronese” eseguita da don Gregorio Piccoli nella prima metà del secolo XVIII.
Nell’antica documentazione era chiamata “Longazeria” o “Logazeria”, toponimo in cui alcuni studiosi vedono l’etimologia “loca cerea”, vale a dire luogo di cereali.
Il territorio della valle è adatto all’agricoltura, quindi adeguato “all’abitare” dove l’uomo riesce ad instaurare un rapporto d’amicizia con la natura.
Percorrendo con lo sguardo una mappa topografica d’Illasi ci si accorge immediatamente della posizione geografica favorevole. L’uomo per l’insediamento, fin dall’antichità ha ricercato la sicurezza, un luogo chiuso e protetto caratterizzato da elementi come la vegetazione, l’acqua e il sole. Questi componenti, presenti nel territorio d’Illasi, hanno contribuito ad arricchire la sua antichissima storia e proprio per tutte queste caratteristiche, i primi insediamenti preistorici documentati nella Provincia di Verona interessano l’area collinare di questa vallata e più recentemente la scoperta della Necropoli preistorica di Arano a Cellore.
Illasi è conosciuta dalle popolazioni del luogo per il suo castello e per il torrente accidentato chiamato Progno che ne caratterizza l’assetto morfologico longitudinale rispetto alla valle.
E’ su questa conformazione che si struttura tutto il processo creativo e lavorativo dell’uomo che modifica a seconda delle sue esigenze il luogo, dando origine a punti di aggregazione quali le corti rurali, i borghi, le ville padronali e i nuclei più consistenti dell’abitato.
Dal punto di vista geologico, come le altre valli del complesso lessino, si formò dall’erosione dei ghiacciai quaternari, che incisero profondamente le formazioni calcaree della zona. In seguito al loro ritiro, si ebbe la colmazione dei solchi vallivi. Il clima è temperato di tipo prealpino. La morfologia d’Illasi ha permesso fin dai tempi più antichi l’insediamento nel suo territorio, predestinato ad ospitare l’uomo, perché presentava e presenta elementi fondamentali che portano alla scelta di un luogo rispetto ad un altro.
L’uomo si è instaurato in Val d’Illasi già nel II e I millennio a.C. e i materiali raccolti che testimoniano il suo passaggio sono stati attribuiti all’età del bronzo e del ferro (Necropoli di Arano). Sono frammenti di vasellame usati per conservare cibi, pochi resti di ceramica e terracotta.
I Romani scelsero la valle come luogo di culto, dove sono state trovate dediche a Marte e alla dea Fortuna e molte altre statuette votive. La Val d’Illasi fu scelta dai Romani anche per la sua vicinanza con Verona e con la Via Postumia oltre che per la fertilità del territorio. Il ruolo dell’agricoltura era importantissimo in età romana e questo si può capire anche dalla vasta centuriazione tuttora visibile. Coltivazione particolare dell’epoca era il lino, come risulta da una dedica fatta ad Apollo da due “lintiones”, cioè due tessitori di lino, ora visibile nella Pieve di Colognola ai Colli. Si può datare l’insediamento romano intorno al I secolo a.C. grazie ai numerosi reperti archeologici delle steli epigrafe, come il monumento funebre della famiglia Sertori, trovato in località Cisolino e oggi conservato al Museo Maffeiano di Verona. Le tracce dell’impero romano sul territorio d’Illasi sono scomparse quasi del tutto, ma la memoria e il ricordo di avere alle spalle una lunga storia sono vivi nella cultura del paese.
Il territorio della valle fu importantissimo anche durante il Medioevo, proprio per questo furono costruiti cinque castelli disposti sulla linea delle colline, così da essere in vista l’uno dell’altro. Uno di questi è il castello che sorge ad Illasi. E’ un elemento di forte connotazione paesaggistica che mette in luce la posizione strategica della valle.
L’architettura d’Illasi è quella di un paese legato alla terra, le costruzioni si sviluppano quasi tutte in orizzontale, sono case dalle forme semplici collegate a giardini, orti, pezzamenti di terra, talvolta racchiuse da un muro di cinta di sasso, di ciottoli bianchi dalla forma tondeggiante come quelli del Progno.
La tradizione religiosa s’identifica in questa valle e ne caratterizza il paesaggio, con chiese monumentali nella zona più popolata e nella frazione di Cellore, ma anche in chiese rurali di piccole dimensioni, negli insediamenti minori e nelle contrade.
Inoltre lungo le strade dei centri abitati e soprattutto in collina troviamo i capitelli, isolati o inseriti in una struttura muraria di un’abitazione: elementi fondamentali del paesaggio d’Illasi e di tutta la vallata. Queste edicole non evidenziano solo la religiosità agreste, ma avevano la funzione apotropaica, cioè di proteggere uomini e animali, di segnalare i confini, i passaggi e di demarcare le strade rurali.
Precedentemente gli antichi Romani avevano costruito i “compitum”, tempietti che contenevano la statuetta votiva della divinità protettrice delle vie.
Il cristianesimo ha trasformato i segni pagani sul territorio, li ha cristianizzati e adattati alle proprie esigenze di culto, così è stato anche per le piccole pievi che molto spesso erano costruite sui resti d’antichi templi romani.
 

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